PASSEGGIANDO PER IL CENTRO STORICO
- Cosimo Lamanna
- 13 feb 2017
- Tempo di lettura: 3 min

La passeggiata per il centro storico monopolitano, il paese vecchio come da sempre lo hanno identificato i monopolitani, ha un fascino del tutto particolare, vuoi per la straordinaria ricchezza e varietà del patrimonio storico, artistico e culturale, vuoi per il fatto che, ha fino ad oggi mantenuto una sua anima, una sua originalità fatta di vita quotidiana, con i suoi rumori, i suoi odori i suoi vizi e le sue virtù. Un ipotetico percorso nel centro storico potrebbe partire proprio da quello che è l’ideale punto di passaggio dal borgo antico al quartiere murattiano, e cioè da quella Porta Nuova collocata un tempo tra Largo Plebiscito e Piazza Vittorio Emanuele, ove oggi sorge la storica farmacia “Gentile”; proprio in quel punto si deve immaginare la fine del paese vecchio e l’inizio di quell’urbanistica di scuola murattiana rivelatasi lungimirante, con il suo ordine, la sua schematicità, frutto di quell’estetica che portava la razionalità all’ennesima potenza e che vedeva nell’ordine anche la possibilità di ridurre il rischio di delinquenza quando, invece, nel borgo antico l’incolumità delle persone era affidata alle tante edicole votive dipinte sui muri e sotto gli archi. Qui incontriamo la chiesa di san Francesco d’Assisi, con annesso convento, oggi Municipio e, attraverso la via “Dei Mercanti”, attuale via Garibaldi, passando dinanzi a quei palazzi, dimora di altrettante famiglie nobiliari che contribuirono allo sviluppo economico/sociale della città a partire dal 1600, si giunge a quella piazza Garibaldi, anticamente piazza dei Mercanti, sulla quale si affaccia quella che è stata, e speriamo torni ad essere, la biblioteca comunale “Prospero Rendella”, già caserma spagnola e teatro comunale, edificata nel ‘500 su una necropoli medievale, nota come cripta archeologica di “Palazzo Rendella”, oggi purtroppo chiusa. Un luogo ricco di storia, memore della presenza amalfitana prima, veneziana poi (vedasi storico Caffè Venezia), e insieme spagnola, con la presenza militare in città ma anche religioso, con l’importante ordine religioso dei gesuiti che lì ebbero chiesa e convento. Qui si erge la romanica Basilica di santa Maria degli Amalfitani, austera nello stile, ma con una facciata barocca segno di una forma artistica che a Monopoli ha lasciato preziosissime testimonianze. Da “piazza dei mercanti”, passando per l’arco del porto, facciamo un salto nella storia in quell’antico porticciolo ove, secondo la tradizione, sarebbe avvenuto l’approdo della Sacra icona bizantina di Maria SS. della Madia per arrivare, costeggiando il mare, al fortilizio spagnolo noto come Castello “Carlo V”. Non possiamo che seguire il lungomare apprezzando sovente il suono di quelle onde che si infrangono sugli scogli, passando per il Bastione di Santa Maria, di fronte alla chiesa di santa Maria della Zaffara, della chiesa di San Salvatore, che si affaccia sul mare, fino a giungere, passando dinanzi alla chiesetta di San Vito, fino alla Basilica Cattedrale, senza risparmiare una sosta alla chiesa e ospedale di San Giovanni dei Gerosolomitani, memoria di quelle crociate che videro in Monopoli una “porta verso l’oriente” e alla suggestiva chiesa detta del “Purgatorio”, con il suo splendido altare in stile barocco leccese. Qui è il caso di fare una breve sosta e riflessione dinanzi al portone ligneo, simboleggiante l’uguaglianza, purtroppo spesso dimenticata degli uomini dinanzi alla morte, per poi apprezzare la straordinaria altezza del maestoso campanile della Basilica Cattedrale ove, oltre ad apprezzarne la bellezza possiamo ammirare quella straordinaria icona bizantina, o bizantineggiante, che dal suo approdo non ha fatto altro che suscitare devozione e preghiera nei monopolitani. Di qui è possibile muoversi seguendo un tratto di quello che rappresentò l’antico porto canale della città, insabbiato dal normanno Ugo de Tote Bone, passando dinanzi alla rupestre chiesa della Madonna del Soccorso fino a giungere alla chiesa e convento di San Domenico, ordine religioso contrapposto nei metodi ma non nei fini a quello francescano e simbolicamente collocato di fronte alla chiesa dalla quale abbiamo iniziato il nostro percorso, un percorso che, prima della sua conclusione, ci fa costeggiare la chiesa di San Giuseppe ed Anna, chiusa ormai da tempo. Da San Salvatore, tuttavia, girando a sinistra lungo la Stretta del Vento, è il caso di raggiungere piazza Palmieri, con l’omonimo palazzo marchesale della fine del ‘700 e le chiese di San Pietro e di Santa Teresa, e, nei pressi la chiesa di san Leonardo, ma anche i resti dell’antico castello svevo/normanno, senza tralasciare un importante sito come la chiese rupestre di San Matteo all’Arena.
Informazioni e visite guidate 3895939273 – ctgmonopoli@gmail.com – Monopoli, via San Domenico 83
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