Monopoli: fascino, mistero e arte della chiesa "dei morti"
- prof. Cosimo Lamanna
- 15 lug 2017
- Tempo di lettura: 3 min

Nel cuore del borgo antico monopolitano, all’ombra del campanile della Basilica Cattedrale, è ubicata la chiesa di Santa Maria del Suffragio (o della Natività di Maria Santissima). L’edificio sacro, noto a tutti come il “Purgatorio”, ha pianta a croce greca, ma col braccio, che porta all’ingresso, di poco più lungo. La chiesa sorge sulla via Padre Nicodemo Argento e fu costruita per iniziativa della Confraternita di Nostra Signora del Suffragio, voluta dai Canonici della Cattedrale di Monopoli, che la istituirono nel 1633 con il nome completo di “Compagnia del Suffragio per le anime del Purgatorio”. Vi sono delle opere molto belle di Domenico Carella e la cantoria ospita un organo settecentesco di pregevole fattura realizzato dal Maestro Felice Scala. Il 18 febbraio del 1666 il Vescovo Giuseppe Cavaliere concesse “come luogo degli uffici il basso della Cattedrale”. La costruzione dell’edificio è legata ad una accadimento luttuoso: la mattina del 20 settembre 1686, infatti, la parte terminale del campanile della Cattedrale di Monopoli, eretto ad opera del vescovo Cavaliere, crollò seminando rovine e morte tra le case sottostanti (ci furono 37 morti e molti feriti). La posa della prima pietra avvenne con una solenne cerimonia il 7 novembre 1687 e l’opera fu portata a termine, in parte, nel 1700. Nell’aprile di quell’anno la Confraternita ne prese possesso trasportandovi i resti dei soci defunti e seppelliti prima “nel basso della Cattedrale”. Sempre la stessa Confraternita si occupò del completamento della chiesa arricchendola con ornamenti molto interessanti. Don Bernardino Palmieri, nel 1717, portò in dono da Napoli la grande tela artistica raffigurante Santa Maria del Suffragio (titolo della Confraternita), opera del pittore Paolo De Matteis, e

il maestro Vito Antonio Zoccolo costruì la grande cornice dorata. Nel 1720 fu innalzata un’artistica pala barocca, in pietra, opera del maestro Pascale Simone, scultore di Lecce. La pietra necessaria alla costruzione fu tagliata nelle cave di Carovigno, lavorata sul posto e poi trasportata via mare, con zattere e barche, dal porto di S. Savino a quello di Monopoli. Furono anche eretti altri altari e si ornò la Chiesa con altre tele, probabilmente ivi trasferite dalla vecchia sede. Nel 1928 furono eseguite opere di restauro, ma il terremoto del novembre 1981 la colpì profondamente, rendendo necessarie quelle opere di restauro che l’hanno riportata all’antico splendore, con i lavori di restauro resi possibili grazie al contributo di numerosi fedeli e l’impegno dell’amministrazione della Confraternita 2012-2016, culminati con l’inaugurazione del 27 marzo 2015. Tutto nella chiesa ci parla del culto della morte, considerata non solo come il termine della vita terrena, ma come un monito per i vivi stessi: già sul bel portale ligneo, risalente al 1736, c’è un forte richiamo al culto della morte e una dettagliata simbologia: nella parte superiore sono raffigurati gli emblemi del potere, invece, in quella inferiore sono raffigurati i vari strumenti da lavoro. Nella parte centrale, invece, sono raffigurati due scheletri che sono uno lo specchio dell’altro, e rappresentano la morte che appiana le differenze sociali. Tra le peculiarità della chiesa monopolitana vi sono senza dubbio le nove mummie custodite all’interno di altrettante nicchie ubicate nella chiesa medesima, oggetto, peraltro, di recenti studi da parte dell’Università di Bari. Si tratta di corpi disidratati (non imbalsamati) vissuti nel 17° e 18° secolo,

notabili, avvocati, il governatore di Monopoli, ma soprattutto confratelli e consorelle di Nostra Signora del Suffragio, la congregazione di fedeli. Tra questi anche la mummia bambina, unica in Puglia, Plautilla dei nobili Indelli. La piccola appare paffuta, nonostante il soffio della morte l’abbia rapita all’età di appena 2 anni, ha gli occhi spalancati e il vestito della festa e si racconta che i genitori, non volendosi rassegnare alla sua dipartita, abbiamo optato per l’imbalsamazione pur di poterla vedere quotidianamente. La mummificazione di Plautilla, in questo caso con molta probabilità con l’utilizzo di agenti chimici, ha sottratto la piccola alla dimensione spazio-temporale.
https://www.youtube.com/watch?v=HRc4VFeFOpQ
Bibliografia : Giacomo Campanelli, Monopoli, Guida Turistica, Schena, 1989Sebastiano Lillo, Monopoli, sintesi storico geografica, Monopoli, Colucci, 1976.Santi, Cristi e Crestjene, Francesco Pepe e Giuseppe di Palma, 2005, Zaccaria editore
Comments