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Stemmi, famiglie e palazzi nobiliari

  • Cosimo Lamanna
  • 3 ago 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

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Una passeggiata nel centro storico di Monopoli può essere ogni volta diversa;Tra gli itinerari possibili, peraltro non molto sfruttato dal punto di vista turistico, vi è sicuramente il percorso dei palazzi nobiliari, con tanto di stemmi delle famiglie alle quali appartennero. Anche da questo punto di vista la nostra città si rivela straordinariamente ricca, sebbene la fruibilità di questi beni sia ancora piuttosto ridotta. Ma perché così tanti palazzi nobiliari nella nostra città? Facciamo un salto indietro nel tempo per capirlo: nel XVI secolo Monopoli era considerata il centro urbano più ricco della provincia di Bari e il suo territorio si estendeva fino ad Ostuni. Detta ricchezza dipendeva dall’aumento dei traffici commerciali e dalla presenza di molte famiglie facoltose, che gareggiavano tra loro anche per abbellire la città, finanziando l’edificazione di chiese, conventi, cappelle gentilizie e palazzi, alcuni dei quali ancora oggi fanno bella mostra di sé, caratterizzandosi per gli imponenti portali e gli scenografici balconi. Il porto di Monopoli, infatti, secondario in epoca romana rispetto a quello di Egnazia, acquisì a partire dal medioevo una sempre maggiore vitalità, per diventare un importante centro di scambio con l’oriente e il resto d’Europa. Un ipotetico percorso turistico potrebbe avere inizio da Largo Plebiscito, per poi percorrere una delle vie storicamente più importanti della città, via Garibaldi, già strada dei Mercanti, ove nel XIV secolo si trasferirono numerosi mercanti veneziani che scelsero Monopoli per le esportazioni delle loro merci in Oriente. Qui troviamo l’abitazione della famiglia Accini: all’immobile, già esistente nel 1564, si accedeva da via Garibaldi attraverso un ingresso sul quale ancora oggi è visibile lo stemma del casato. Sul lato sinistro di via Garibaldi, quasi di fronte al palazzo Accini, troviamo un edificio, oggi disabitato, appartenuto alla famiglia Della Casa. Sempre in via Garibaldi sono situati un immobile appartenuto alla famiglia Guida (al civico 26) e il palazzo Antonelli (al civico 52). Giunti alla fine di via Garibaldi, di fronte alla Torre Civica, troviamo il palazzo Cacace, che si affaccia sull’omonimo Largo. I Cacace non erano originari di Monopoli, ma vi giunsero nel 1761, data in cui acquistarono questo edificio, comunque più antico (risale al 1549). Di fronte al palazzo la Torre Civica con statua di San Gennaro, che forse proteggeva proprio la famiglia nobiliare di origine campana. Costeggiando Palazzo Cacace si giunge a palazzo Affatati, famiglia originaria di Cremona, quindi procedendo verso sinistra per via O. Comes e svoltando poi a destra in via S. Pietro, si arriva di fronte allo scenografico palazzo Palmieri a all’omonima Piazza, quest’ultima frutto di ampliamenti nei secoli successivi. Costruito alla fine del XVIII secolo da Francesco Paolo Palmieri, esso rimase di proprietà della sua famiglia fino al 1922, quando il Marchese Francesco Saverio Palmieri lo donò alla “Congregazione della Carità”. Palazzo Palmieri appartenne, appunto, all’omonima famiglia nobiliare, non originaria di Monopoli e giunta qui dalla Francia per via angioina; Il cognome, con molta probabilità, era legato alla Terrasanta: “palmieri”, infatti, erano definiti quei pellegrini che si recavano a Gerusalemme e ne tornavano portando con sé una foglia di palma, simbolo del pellegrinaggio. Lo stemma nobiliare di questa famiglia, non a caso, è fatto da tre palme incrociate e un elmo cavalleresco. Su piazza Palmieri si affaccia anche la settecentesca chiesa di Santa Teresa, con la sua bella facciata caratteristica per i giochi di concavità e convessità che le donano movimento, con annesso convento originariamente consacrata a San Giovanni Battista ed Anna, affidato ai padri Carmelitani Scalzi, per poi passare ai Signori della Missione e alle Suore di Clausura Vescovile di Casa Santa, ordine femminile anche conosciuto come Serve di Maria. Ritornando sulla succitata via O. Comes, si incontra uno degli edifici più noti di Monopoli, palazzo Martinelli che, con il suo affaccio sul porto vecchio, rappresenta una delle cartoline simbolo della città. I Martinelli giunsero a Monopoli da Mola per motivi commerciali, intorno alla fine del 1700. Fu posseduto prima dai Bandino, poi dai Carbonelli e dai Lentini e infine dai Martinelli, che lo acquistarono a fine Settecento. Da Palazzo Martinelli veniva spedito a Marsiglia l’olio d’oliva delle masserie locali, in primis la Masseria Spina (sempre di proprietà dei Martinelli) per la produzione del noto sapone. Il percorso tra i palazzi nobiliari della città non può non toccare i resti di quello che un tempo fu palazzo Garrappa, del quale rimane solo la cornice del portale in via S. Maria, e l’altro noto come il Palazzo “d’Andora”, trasformazione dialettale di Lantona, una delle famiglie proprietarie dell’immobile.


Info visite guidate ctgmonopoli@gmail.com - 3895939273



 
 
 

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