Il medioevo nelle campagne di Monopoli
- cosimoguidaturisti
- 30 mar 2017
- Tempo di lettura: 3 min

«Hoc templum fabricare fecerunt Johannes, Alfanus, abbas Petrus, Paulus in onore sancti Andree Apostoli et sancti Procopii martyris per manus Joannis diaconis atque magistri et dedicatum est per manus domini Petri archiepiscopo secondo die intrante mense nobember. Hoc scripta fieri fecit Iaquitnus presbyter, filius suprascripti magistri per manus Rodelberti presbiteri». Così recita la scritta incisa nella parete rocciosa entro la quale fu scavata la chiesa dei Santi Andrea e Procopio, in una lama di Monopoli, nell'Alto Medioevo. E con questa chiesa vogliamo fare un salto nel tempo, viaggiando con la mente al tempo dei crociati, dei monaci orientali, degli affreschi e dell'abitare in grotta, un tempo ricco di fascino e al tempo stesso di mistero, viste le scarse fonti documentali disponibili. <<Hoc templum fabricare fecereunt....>> ci fa subito pensare al fatto che quello è un luogo sacro, la cui edificazione è dovuta ad una committenza privata Giovanni, Alfano, l'abate Pietro, Paolo, questi i nomi riportati, e dedicata ai santi Andrea e Procopio martire. Andrea e Procopio, santi di origine orientale, così come orientale è l'impostazione della chiesa stessa, divisa nei tipici ambienti del naos e del bèma, funzionali proprio alla liturgia ortodossa. Sant’Andrea è un santo apostolo il cui culto si stabilì in Oriente a partire dal IX secolo per poi diffondersi in Occidente dove la devozione popolare al santo è testimoniata dalla presenza di molti affreschi sia nelle chiese pugliesi costruite, che in quelle scavate. San Procopio da Cesarea (dal nome della città in cui avvenne il martirio) è invece un santo militare molto venerato già in epoca alto medievale in Oriente, soprattutto tra le armate bizantine. La diffusione del suo culto in Italia meridionale è probabilmente legata all’arrivo dei contingenti militari bizantini durante la colonizzazione greca avvenuta tra X e XI secolo; successivamente, in epoca normanna (san Procopio è stato collocato dai Normanni tra i santi patroni dello Stato) il culto di san Procopio ebbe fortuna anche tra i crociati, ciò spiega la presenza costante delle immagini del santo lungo gli itinerari pellegrini e crociati in Puglia. La chiesa rupestre, allocata all’ombra di due maestosi ulivi

secolari, presenta un’entrata a triforium. L’iscrizione dedicatoria, incisa sull’ingresso principale è in lingua latina e dice: "questo luogo sacro venne impostato e scavato dal maestro costruttore e diacono Giovanni, aiutato dal presbitero Radalberto, suo figlio. La chiesa fu fatta costruire da alcuni nobili proprietari della zona: Giovanni, l'abate Alfano, Pietro e Paolo. Il permesso fu concesso da Pietro. La chiesa venne inaugurata il 2 novembre e dedicata a S. Andrea Apostolo e San Procopio Martire". Nessuna indicazione sulla data, ma dai documenti del periodo si evince la presenza di un arcivescovo di Bari tra il 1065 e il 1093, che ci consente di collocare la consacrazione del sito proprio in quel periodo. Si tratta di una chiesa a doppia navata, con iconostasi litoide e doppio transetto, che divide il naos dal bema. Il villaggio rupestre presenta anche altri ambienti interessanti, quali il frantoio e grotte abitazione. La chiesa è indicata per la prima volta in una bolla pontificia del 1180, con il titolo ridotto di cripta di s. Procopio, mentre l’ultima sua attestazione è del 1451 in un privilegio del re Ferdinando I, e si colloca almeno nei primi decenni di vita in quel lento gioco di forze che, a seguito dello scisma d’oriente, interessò anche l’Italia meridionale, ove l’influenza bizantina era rilevante. Gli altri ambienti erano adibiti alle attività lavorative e alla vita quotidiana. Entrando a partire dalla destra: San Giorgio a cavallo con fonte battesimale per immersione o sepolcreto, mano con campana di S. Antonio a Abate, S. Eligio patrono dei maniscalchi con cavallo e strumenti da lavoro, SS. Medici vestiti orientali, abside con Deesis (Cristo in croce, San Giovanni e San Procopio e sullo sfondo affresco preesistente forse del Padre Eterno), altro Santo anonimo, San Leonardo, Madonna in Trono con Bambino, SS. Pietro e Paolo, Santa Regina anonima. A proposito di san Giorgio si deve precisare che, pur essendo un santo di origine orientale, in questa chiesa è vestito come un cavaliere crociato, con tanto di scudo. Al di là delle ipotesi, entrando all'interno del vano ubicato sotto il sepolcreto,ho avuto la chiara impressione di trovarmi in un luogo adibito a sepoltura, con tracce di tombe ad arcosolio con croci.
Cosimo Lamanna (cosimoguidaturistica@gmail.com)
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